Fino al 9 settembre Bologna ospita la XXII edizione di “Danza Urbana Festival”, l’evento internazionale dedicato alla danza nei paesaggi urbani
La danza torna protagonista a Bologna dal 4 al 9 settembre con la XXII edizione di Danza Urbana Festival, l’evento internazionale dedicato alla danza nei paesaggi urbani, capace attraverso il corpo di rendere il pubblico partecipe e non solo fruitore dello spazio circostante.
Corpo e Spazio pubblico: “fare comunità”
Due le tematiche dell’edizione di quest’anno: il corpo e lo spazio pubblico, intesi come luoghi di costruzione di democrazia e di identificazione delle identità culturali di un territorio in un mondo globalizzato; ospiti del festival artisti della scena internazionale provenienti da Italia, Iran, Siria, Tunisia, Marocco, Spagna e Grecia. In questo contesto la danza è capace attraverso il corpo di “fare comunità” riaffermando, con il suo manifestarsi, la possibilità e il diritto di vivere liberamente la città, i suoi luoghi, di esserne partecipi e non solo fruitori, rinegoziando i tempi e i modi di fruizione degli spazi pubblici.
Il Mediterraneo, crocevia di persone e culture
Al centro della rivalutazione dei luoghi c’è quest’anno il Mediterraneo, area geografica ma anche crocevia di persone e culture. Quattordici i luoghi della città coinvolti, nei quali il corpo diventa mezzo di racconto e strumento politico. Il Festival ha scelto luoghi che sono patrimonio culturale e identitario della città, cercando al contempo di valorizzarne anche il patrimonio immateriale, in particolare rivolgendo il suo sguardo alla funzione della danza negli spazi pubblici quale presidio di democrazia e libertà.
Le coreografie dei danzatori iraniani come Sina Saberi sono espressione della volontà dei giovani persiani di connettersi al mondo partendo dalla tradizione artistica di un paese in cui la danza è rimasta proibita per quasi 40 anni; dalla Siria Mithkal Alzghair si riappropria dello spazio circostante in quanto rifugiato; dalla Tunisia con Seifeddine Manai e dal Marocco con Radouan Mriziga emerge invece l’urgenza espressiva degli artisti del dopo rivoluzione. La dimensione politica della danza continua con gli ospiti provenienti dal Mediterraneo più europeo come Grecia, Spagna e Italia nei cui lavori la corporeità si manifesta come continua rinegoziazione con un luogo, quello cittadino, che tende invece alla sicurezza.
Aprono il festival due spettacoli in Piazza del Nettuno, Heiza con Agnes Sales ed Héctor Plaza e Glitch Project con Francesco Capuano e Nicola Picardi, nei quali il gesto coreografico crea legami invisibili con le architetture della città. Cristina Kristal Rizzo presenta la creazione ULTRAS Sleeping Dances eventi site-specific pensati come moduli adattabili a qualsiasi ambiente o paesaggio estetico, ogni volta accompagnati da una dimensione sonora diversa, e Francesca Pennini/Collettivo Cinetico con il lavoro corale How to destroy your dance, un meccanismo scenico teso a distruggere ogni artificio formale della danza. Il programma del Festival prevede, inoltre, la presentazione della creazione YES, I'M A WITCH di Francesca Penzo e Said Ait El Moumen, esito del percorso laboratoriale con donne migranti, sostenuto dal bando MIGRARTI del MIBAC.
Il Festival si conclude domenica 9 settembre a Monterenzio con il progetto Monte Bibele, tra natura, archeologia e danza, inserito nel programma di eventi DiversiViaggiando del Distretto culturale Savena-Idice. Una giornata dedicata alle visite guidate all’area archeologica di Monte Bibele e alla danza con la creazione site-specific del Gruppo Phren 44° nord e 11° est.